È svolta al Manchester City. Il glorioso club inglese - da un Anno nelle mani del miliardario thailandese Thaksin Shinawatra - cambia proprietà e subito si accaparra una perla pregiata del calcio mercato estivo: il brasiliano e madridista Robinho, scippato al Chelsea per la cifra di 40 milioni di euro.
La trattativa per Robinho è stata sbloccata direttamente dal consorzio di investitori degli Emirati Arabi Uniti che ha acquisito la società e che ha messo sul piatto i soldi necessari per dirottare l'attaccante carioca su Manchester, soffiandolo alla concorrenza londinese del magnate russo Roman Abramovich. La chiave per mandare in porto l'affare è stato il cambio di proprietà del City. Shinawatra, riferisce la stampa sportiva inglese, è pesantemente indebitato e sulla sua testa pende un mandato di cattura internazionale emesso dai giudici della Thailandia per l'accusa di corruzione e di frode. Il magnate delle telecomunicazioni e la moglie - che da anni risiedono a Londra - avrebbero dovuto presentarsi in tribunale proprio in agosto, ma hanno deciso di non comparire. I beni di famiglia, stimati in circa due miliardi di dollari, sono stati congelati dalle autorità tailandesi e le ripercussioni sulle finanze del Manchester City non si sono fatte attendere.
L'accordo raggiunto con gli investitori arabi, spiega ancora la stampa britannica, segue tre mesi di tentativi di vendita: inizialmente Thaksin voleva cedere solo una parte, ma il consorzio di Abu Dhabi ha insistito per un accordo per l'acquisto dell'intera società. In base all'accordo Shinawatra dovrebbe conservare una quota minoritaria delle azioni del club e figurerà come presidente onorario per un anno. I nuovi proprietari hanno già promesso di sanare i debiti del club e acquistare i migliori giocatori del mondo. Il nuovo corso parte proprio con Robinho
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